SMARTWORKING: COSA NE PENSA LA GENTE? CE LO SVELA LA NETNOGRAFIA.

Articolo di : Emma Mandrone e Nicola Pavera

Quando sentite parlare di smartworking, siete sicuri di sapere a cosa si faccia riferimento? Mi spiegherò meglio, perché attorno a questo termine si è creata molta confusione. Lo smartworking è una modalità di esecuzione della prestazione lavorativa che viene svolta in parte all’interno dei locali aziendali e in parte all’esterno, senza vincoli di orari né di una postazione fissa. Il collega che segue il vostro stesso orario lavorativo, ma anzichè recarsi tutti i giorni in azienda svolge il lavoro direttamente da casa, non è dunque in smartworking, ma semplicemente in telelavoro. Quest’ultima modalità, a differenza dello smartworking, obbliga il dipendente a svolgere la sua attività con orari prestabiliti ed esclusivamente in una postazione dichiarata idonea dall’azienda – solitamente il domicilio. Scopriamo assieme quali sono i vantaggi e i limiti più frequentemente riscontrati nello smartworking dalle persone.

Keyword Cloud dei termini associati alla parola smartworking
La keyword cloud emersa dall'analisi delle discussioni

Cosa ci rivelano le statistiche sullo smartworking in Italia

Lo smartworking in Italia mette d’accordo proprio tutti, sia le aziende sia i lavoratori, che spesso vediamo impegnati a farsi la guerra su due fronti opposti. A confermarlo è un’indagine, datata settembre 2022, svolta dall’Inapp su un campione di 15.000 intervistati provenienti da 5.000 unità locali delle imprese del settore privato. Ecco alcune delle tendenze che emergono da questo studio:

  • Il 66% degli intervistati ritiene che lo smartworking incrementi la produttività
  • L’80% degli intervistati ritiene che il lavoro da casa contribuisca a migliorare la gestione dei rapporti familiari
  • Il 90% degli intervistati afferma di aver risparmiato tempo per gli spostamenti casa-lavoro con l’introduzione dello smartworking
  • Il 72% dei datori di lavoro afferma di aver risparmiato, grazie al taglio sul costo degli spazi fisici
  • Il 72% dei lavoratori ritiene che lo smartworking premi l’autonomia lavorativa

Inoltre, dei lavoratori che in pandemia erano in smartworking, ma oggi hanno ripreso a lavorare in azienda, solo il 37,5% non vorrebbe riprendere il lavoro a distanza. Tra coloro che invece tutt’ora sono in smartworking, il 47,3% vorrebbe continuare a lavorare da remoto, mentre solo il 23,4% vorrebbe interrompere questa modalità.

Mano a mano che ci addentravamo più a fondo nell’attività di ricerca sullo smartworking, abbiamo iniziato a chiederci cosa ne pensasse il web dell’argomento e se ci fosse una corrispondenza con quanto riportato nelle statistiche. Per dare una risposta a queste domande, abbiamo svolto un’analisi netnografica, ovvero lo studio della percezione che gli utenti della rete hanno nei confronti di un argomento, nel caso specifico dello smartworking.

Smartworking: quanto è polarizzato il dibattito?

Grafico a torta che rappresenta i risultati della sentiment analysis svolta sul campione
Grafico a torta che rappresenta i risultati della sentiment analysis svolta sul campione

La network analysis, svolta sul campione dei 500 commenti individuati, mostra come vi siano diversi gruppi di utenti che dialogano in modo frammentato sul tema dello smartworking. Attraverso questa metodologia, è possibile capire quali siano i commenti che producono maggiore dibattito sull’argomento in questione. Per correttezza, riportiamo alcuni dei nodi della discussione.

C’è chi rimane sulla sua posizione e condanna senza se e senza ma lo smartworking:

  •  “Ho lavorato due gg in smart con la webcam puntata addosso 8h, mai più” 

“Alzi la mano chi, come me, ama andare in ufficio, confrontarsi con i colleghi, visitare i clienti, fare le riunioni in presenza. Francamente le call mi risultano sempre più intollerabili🤚

 

Ci sono poi quelli che non prendono una posizione netta e riflettono sulla discrezionalità dello smartworking. Di seguito sono citati i due interventi più significativi:

  • “Penso che la seconda considerazione purtroppo sia anche determinata dal fatto che la cultura manageriale in Italia è molto arretrata, e molti manager, preferiscono avere le persone in ufficio oltre che per il preistorico motivo di “vedere la gente lavorare”, anche perché, spesso, non sono in grado di valutare i sottoposti, non avendo modo/strumenti per farlo e, ancor più grave, non conoscendo bene quale dovrebbe essere l’output del loro lavoro”
 
  • “Dipende tutto da come si fa lo smartworking. Purtroppo, la mentalità del lavoratore medio italiano si scontra pesantemente con lo smart working “serio”. E performare in smart è decisamente più difficile che farlo in ufficio, dove normalmente si hanno tutte le facilities che il 99% dei lavoratori a casa non hanno”

Infine, in molti, una volta provato lo smartworking, non vorrebbero più tornare indietro, per nessuna ragione al mondo:

  • “Remoto tutta la vita! Risparmio tempo, denaro ed energie. Non sai organizzarti? La vita si organizza, il lavoro ne è solo una piccola parte. Socializzare? Personalmente mi piace socializzare con persone che mi scelgo, è raro trovare un bell’ambiente con belle persone a lavoro. Preferisco evitare la socializzazione con certi personaggi!”
 
  • “Non capisco chi denigra lo smartworking. Si lavora a casa, hai tutte le comodità, non ti ammazzi nel traffico, non inquini, una volta finito di lavorare hai da subito il tempo per te e per la famiglia. Secondo me è un traguardo raggiunto dall’umanità…”
Grafico a torta che rappresenta i risultati della sentiment analysis svolta sul campione
Sentiment Analysis legata al tema dello smartworking

I temi più dibattuti sullo smartworking

Visualizzazione grafica dei temi più dibattuti all’interno dell’argomento smartworking
La Topic analysis ci mostra attorno a quali argomenti si discute maggiormente

Abbiamo scelto di focalizzare l’attenzione proprio su quei commenti che hanno prodotto maggiore dibattito. Seguono i risultato dell’analisi testuale che è stata svolta sul loro contenuto.Tra i termini associati all’argomento smartworking con maggiore frequenza, notiamo che la maggioranza ha connotazione positiva, come appare evidente dalle immagini sottostanti. Se una prima occhiata risaltano alcuni termini neutri, quali “lavorare”, “sempre”, “casa”, “smart”, “video”, “ufficio”, scendendo di grado nella scala della ricorrenza, troviamo parole come:

  • Bene
  • Vita
  • Grazie
  • Mondo
  • Pausa

Possiamo dunque dedurre che al concetto di smartworking le persone associno principalmente termini dal valore neutro o positivo: questa intuizione è stato un buon punto di partenza per la nostra analisi. Infine, la topic analysis e la sentiment analysis ci hanno permesso di stabilire rispettivamente gli aspetti più dibattuti nella discussione sullo smartworking e l’opinione che gli utenti hanno in merito all’argomento.

Visualizzazione grafica dei temi più dibattuti all’interno dell’argomento smartworking
La Topic analysis ci mostra attorno a quali argomenti si discute maggiormente

La Netnografia come metodo digitale di analisi

Network analysis con i suoi nodi

Per risalire ai dati da cui far partire la ricerca sull’opinione degli utenti riguardo allo smartworking, è stata utilizzata la tecnica del data scraping (dall’inglese “raschiare”). Si tratta di una e; ogni utente infatti, quando interagisce con un contenuto sul web, lascia una traccia di sè (nome utente, link al profilo/canale, numero di follower, interazioni con il suo contributo online, etc.). 

Dunque, dopo aver selezionato 5 video che trattassero il tema dello smartworking, grazie al tool Netlytic è stato effettuato lo scraping dei metadati. Affinché il dataset fosse pronto all’utilizzo, si è poi passati a una fase di “dei dati. Questo processo è una scrematura, viene effettuato manualmente, eliminando i commenti superflui (spam o commenti non inerenti al dibattito). Successivamente è possibile ordinare i commenti, posizionando quelli con maggiori interazioni in alto nel dataset: in questo saranno messi in evidenza i commenti più apprezzati, quindi quelli con un maggior valore per la nostra analisi analisi.

Processo di webscraping
Esempio di come funziona il web scraping per la raccolta di metadati
Network analysis con i suoi nodi
La network analysis ci mostra come si polarizza il dibattito tra le persone

La network analysis, successivamente, ci ha permesso di indagare come si polarizza il dibattito sullo smartworking: nello specifico, questa suggerisce quanti siano gli schieramenti di opinione sul tema. Ciascun gruppo di discussione è rappresentato da un colore diverso. I nodi della discussione, ovvero i luoghi dove confluiscono i commenti: più è grande un nodo, più è elevato il numero di utenti che stanno rispondendo a quel commento specifico. Attraverso la network analysis è stato facile individuare gli attori che hanno contribuito maggiormente al dibattito: la nostra ricerca, da quel momento in poi, si è quindi focalizzata in particolare proprio sui loro commenti.

Per capire come gli attori parlino di un argomento, è utile indagare quale sia il lessico che compone quel determinato dibattito. Grazie alla Text Analysis Abbiamo quindi raggruppato i termini più ricorrenti nei commenti all’interno della keyword cloud; questo strumento ci ha permesso di individuare a colpo d’occhio le parole più usate per parlare di smartworking. Tramite Excel è stato poi creato un grafico aiuta a comprendere quali fattori influenzano maggiormente i risultati. Infine, la topic analysis e la sentiment analysis ci hanno permesso di stabilire rispettivamente gli aspetti più dibattuti nella discussione sullo smartworking e l’opinione che gli utenti hanno in merito all’argomento.

Grafico dove nelle ascisse abbiamo i termini usati per descrivere lo smartworking e nelle ordinate la frequenza della parola
Parole più usate dalle persone parlando dello smartworking

Una modalità per bilanciare vita privata e lavorativa

In conclusione, possiamo quindi confermare quanto riportato dalle statistiche: anche gli utenti del web danno complessivamente una valutazione positiva dello smartworking. Ma c’è dell’altro, perché le principali motivazioni che spingono i lavoratori a preferire lo smartworking rispetto alla modalità lavorativa tradizionale sono le stesse che emergono dall’indagine Inapp: gestione del proprio tempo e risparmio economico. Noi pensiamo che tutte le aziende italiane dovrebbero investire, quando possibile, nell’implementazione dello smartworking. Questo contribuirebbe da un lato ad abbattere le soglie di inquinamento ambientale, grazie alla riduzione degli spostamenti casa-lavoro, dall’altro ad accrescere l’autonomia lavorativa, ottimizzando l’attività dei dipendenti. Prima di ciò, è però necessario provvedere alla formazione e all’aggiornamento tecnico ed organizzativo dei lavoratori a tutti i livelli, dal manager al dipendente. Solo in questo modo lo smartworking potrà essere un’agevolazione e non un intralcio allo svolgimento della propria attività.

Foto di Emma Mandrone

Mi chiamo Emma Mandrone, ho 22 anni e sono un’economista mancata. Dopo il conseguimento della triennale, consapevole che quella non sarebbe stata la mia strada, ho preso coraggio e ho fatto un tuffo nel vuoto. Sono atterrata a Pavia e oggi posso affermare di essere una studentessa magistrale di Comunicazione Digitale. Le mie passioni? Lo sport, la scrittura, la stand-up comedy e le caramelle gommose. Nel futuro mi immagino sempre di corsa, indaffarata, appassionata del mio lavoro e felice. In che settore? Non lo so, per ora mi piacerebbe occuparmi di divulgazione.

Mi chiamo Nicola Pavera, marketer per passione e viaggiatore per diletto. Ho cominciato ormai da un po’ a cimentarmi con le sfide che l’evoluzione digitale ci ha messo di fronte durante questo suo veloce sviluppo.  Su di me?  Semplice, se la mia bio fosse un racconto vorrei fosse scritta da Zerocalcare, se fosse un film vorrei alla regia PIf e se fosse una canzone vorrei fosse interpretata da I Cani.