SCOPRI COME L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE (IA) STA CAMBIANDO IL MONDO PER SEMPRE

“Ciao! Mi chiamo Assistant e sono un modello di linguaggio di grandi dimensioni creato da OpenAI. Sono qui per aiutare a rispondere alle vostre domande e fornire informazioni su una vasta gamma di argomenti”

Questa è la risposta che ricevo da ChatGpt quando le chiedo di presentarsi. Una risposta banale, a una prima occhiata superficiale, tanto da far pensare che provenga da un programmatore per bot. Cosa pensereste, invece, se vi dicessi che questa frase è stata generata direttamente da un macchina? Ebbene, queste sono solo alcune delle potenzialità dell’intelligenza artificiale (IA).

L’EVOLUZIONE DELL’IA

Ma facciamo un balzo indietro nel 1956, quando durante un convegno organizzato dal Dartmouth College venne coniato il termine “intelligenza artificiale”, per riferirsi a sistemi in grado di compiere attività, come il ragionamento e l’apprendimento, che fino a quel momento richiedevano l’intelligenza umana.

Negli anni a venire il termine IA si è ampiamente diffuso, fino a diventare una vera e propria branca dell’informatica. Scopriamo insieme come si classificano le tecnologie di IA:

  • IA debole: si tratta di sistemi in grado di eseguire solo compiti specifici, senza la capacità di apprendere o di adattarsi a nuove condizioni. Questa tecnologia è un prototipo di intelligenza artificiale, ma è tutt’ora diffusa; esemplare è il caso di Siri, l’assistente vocale di Apple.
  • IA forte (o generalizzata): si tratta di sistemi di IA più complessi, che sono in grado di apprendere e di adattarsi a nuove condizioni, ma che per farlo richiedono una grande quantità di dati.
  • IA superintelligente: si tratta di sistemi di IA che sono in grado di superare le capacità umane in alcune discipline, ad esempio il calcolo o l’analisi dei dati. Questa tecnologia non è ancora stata sviluppata, ma sono molti i ricercatori che stanno dando il proprio contributo nella ricerca.

QUALI SONO LE APPLICAZIONI DELL’IA?

L’intelligenza artificiale oggi viene utilizzata sostanzialmente per tre scopi:

  1. Automatizzare i processi
  2. Analizzare i dati, per fornire previsioni
  3. Assistere l’uomo nelle decisioni da prendere

Negli ultimi anni sono stati sviluppati innumerevoli progetti mirati a sfruttare appieno le potenzialità delle IA. L’ultima arrivata tra queste tecnologie, e quella con cui forse qualcuno di voi avrà già provato a sbizzarrirsi in questi mesi, è chatGPT di Open IA. Quello a cui abbiamo scelto di far aprire questo articolo è un prototipo di chatbot in grado di conversare con gli utenti e di rispondere alle loro domande su qualsiasi tema.

Tuttavia, l’intelligenza artificiale è tutt’altro che una tecnologia esclusivamente a scopo ricreativo. Tra i vari ambiti di applicazione c’è anche quello del trasporto – basta pensare che fino a qualche decennio fa i veicoli a guida autonoma erano fantascienza – e della viabilità, con lo sviluppo dei primi sistemi per gestire il traffico in città, adattando i semafori alla densità del traffico.

L’IA ha fatto incursione anche nel mondo della sanità, la cui nuova frontiera è la cosiddetta smart-health, che utilizza strumenti altamente tecnologici per rendere più efficienti e veloci le procedure. Un esempio concreto di applicazione in quest’ambito è EpiDetect: si tratta di una soluzione, basata su un’intelligenza artificiale, che consente di individuare tempestivamente focolai epidemici grazie all’analisi quotidiana delle prescrizioni specialistiche elettroniche. I dati permettono di rilevare eventuali picchi anomali di prescrizioni per un determinato sintomo e di lanciare così l’allarme.

Se pensate che gli impieghi pratici dell’intelligenza artificiale siano terminati qui, vi sbagliate di grosso. Dalla finanza all’energia, dallo sport all’istruzione: insomma, le applicazioni dell’AI sono davvero infinite e molte sono ancora quelle da scoprire.

IA: LUCI E OMBRE

Se è vero che il nostro futuro sarà strettamente correlato all’intelligenza artificiale, bisogna accettare che l’adozione di questa tecnologia porterà con sé una serie di problematiche non indifferenti. 

Il primo problema che insorge è quello dei bias: un’IA, quando attinge da un data-set scarso e poco differenziato, potrebbe assumere dei comportamenti discriminatori. Un altro problema è legato all’immoralità di alcune di queste tecnologie. Esemplare è il caso di Galactica, una IA creata da Meta per generare documenti scientifici che fornivano risposte anche ad argomenti poco etici, come la costruzione di bombe.

Tra le tematiche correlate, forse la più delicata è la privacy e sicurezza dei dati. Per potersi “addestrare”, l’intelligenza artificiale necessita di una grande quantità di dati e spesso siamo proprio noi a fornirli; sarà sempre più importante informarsi e proteggersi da eventuali rischi.

Tuttavia, quella che sicuramente intimorisce di più è la questione legata alla disoccupazione: infatti, l’adozione sempre più massiccia dell’intelligenza artificiale potrebbe comportare una riduzione dei posti di lavoro in alcuni settori. E’ importante però specificare come non assisteremo ad una disoccupazione di massa, bensì ad una ridistribuzione del lavoro. E’ vero, alcuni settori subiranno una contrazione di posti di lavoro, ma l’introduzione delle nuove tecnologie ne introdurrà di nuovi.

Insomma, senza alcun dubbio l’IA sarà sempre più preponderante nella nostra vita, ma siamo ben lontani da un’intelligenza artificiale che riesca a sostituire l’uomo. Per quanto queste tecnologie potranno rivoluzionare il nostro pianeta, dipenderà soltanto da noi comprenderne le opportunità e i rischi.